Il consorzio tedesco WAZ ha venduto le sue quote del più antico quotidiano dei Balcani, il belgradese Politika, ad una sconosciuta società russa. Il tutto in gran velocità e con scarsa trasparenza. Garantire la libertà dei media rimane un test importante per il futuro governo della Serbia
A sorpresa il conservatore Tomislav Nikolić è il nuovo presidente della Serbia. Secondo i risultati preliminari Boris Tadić ha ottenuto il 47% dei voti mentre Tomislav Nikolić il 49.7%
Sono veramente poche le novità delle elezioni serbe: alla guida del Paese saranno grosso modo le stesse forze politiche di prima, l’estrema destra è stata ridimensionata fino a sparire dal parlamento. Un’analisi del voto
Non accade in molte parti del mondo che si possa produrre un talk show televisivo e non lo si debba doppiare o sottotitolare per trasmetterlo in 5 Paesi diversi. Nei Balcani invece sì. Vicinanze è il primo talk show pensato con un'ottica regionale. "Ma non parlatemi di Jugosfera" dice Nenad Šebek, il conduttore
Finalmente anche la Serbia ha ottenuto lo status di Paese candidato all'UE. La decisione assunta dal Consiglio europeo di ieri sera è stata segnalata subito su Twitter dal presidente UE Herman Van Rompuy. La strada per Belgrado è ancora lunga ma un passo importante è stato fatto
Solo il 43% degli aventi diritto si è recato alle urne. Ma non vi era quorum e la maggioranza dei cittadini croati ha votato a favore dell’ingresso nell’Unione europea. Il primo luglio dell'anno prossimo la Croazia diverrà il 28° membro dell’UE
All'età di 87 anni è morto Ante Marković, l'ultimo premier della Jugoslavia. Alla fine dell'89 aveva introdotto un coraggioso processo di riforme per cercare di salvare il Paese in profonda crisi economica. Il suo progetto fallì miseramente sotto i colpi del nazionalismo. Una situazione che oggi ad alcuni analisti ricorda da vicino l'attuale crisi europea, tanto da bollarla come "sindrome jugoslava"
Un breve ricordo del nostro direttore di testata Luka Zanoni di Antonio Cassese e un'intervista che abbiamo realizzato in occasione del pronunciamento della Corte internazionale di Giustizia sulla legittimità della dichiarazione di indipendenza del Kosovo
On-line una versione rinnovata dell'homepage di Osservatorio Balcani e Caucaso. Luka Zanoni, direttore di testata, accompagna i lettori in una navigazione dei nuovi contenuti
Nonostante la tragica esperienza del terremoto del 1979 e la firma della Convenzione sulla protezione del Mar Mediterraneo da parte di un Paese che si autodichiara 'Stato ecologico', la città montenegrina di Budva rischia d'essere sepolta dal cemento. Un piano regolatore dopo l'altro per arrivare al modello Vancouver, 'la città delle torri'. Le petizioni dei cittadini non possono far nulla contro una corruzione dilagante
La città di Kotor è uno dei pochi comuni del Montenegro dove si esegue la raccolta differenziata. Ha iniziato tre anni fa con un progetto pionieristico tutt'ora in corso. I risultati non sono ottimali ma un passo avanti è stato fatto verso una gestione sostenibile dello smaltimento dei rifiuti. Ne abbiamo parlato con Đuro Perović, direttore dell'azienda "Lovanja" che dal 2004 al 2007 ha gestito il centro di raccolta di Kotor
La sua storia, le antiche mura medievali della Città vecchia e le numerose manifestazioni culturali sono gli elementi che contraddistinguono l'offerta turistica di Kotor. Fattori che la tengono lontana dal turismo di massa che investe altri luoghi della costa montenegrina. Ne abbiamo parlato con Dragana Maslovar, PR dell’Azienda di promozione turistica di Kotor
Nota come la capitale del turismo, Budva è la meta più gettonata dai turisti che ogni anno raggiungono la costa del Montenegro. Dai 17.000 abitanti dell'intera municipalità si passa nei mesi estivi alla presenza di oltre 500.000 persone. Oltre a migliorare l'offerta turistica, Budva deve fare i conti con una eccessiva urbanizzazione. Scandali e abusi edilizi non sono mancati in questi anni. Un nostro reportage
Tutela ambientale, raccolta dei rifiuti, pressione antropica legata al turismo. Ana Popović è ingegnere specializzato nella difesa ambientale. E' consulente presso il comune di Budva per gli affari ambientali. Un'intervista
Tensione nel nord del Kosovo. Unità speciali del governo di Pristina cercano di prendere il controllo di alcuni valichi con la Serbia, provocando la reazione della popolazione. Un poliziotto albanese è stato ucciso. Sul posto si stanno svolgendo negoziati, in una situazione di crescente confusione. La Serbia chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU
Da Herceg Novi a Ulcinj, con un’estensione di circa 150 chilometri la costa montenegrina confina a nord con la Croazia e a sud con l’Albania. Scogliere e spiagge di ciottoli sovrastate dai monti si alternano lungo la maggior parte del litorale, fino ad arrivare agli oltre 20 chilometri di spiaggia di sabbia fine che dalla città di Ulcinj porta alla foce del fiume Bojana, dove il Montenegro termina e inizia il territorio albanese. Un foto-racconto
Con l'arresto di Goran Hadžić, avvenuto mercoledì 20 luglio alle ore 8.24 a Fruška Gora, in Vojvodina, si chiude il capitolo della collaborazione tra la Serbia e il Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini in ex Jugoslavia. Con l'arresto dell'ultimo dei latitanti cade anche l'ostacolo maggiore per il cammino della Serbia verso l'Ue. Ora Belgrado aspetta che Bruxelles dia il via libera per lo status di paese candidato. Un commento
Nei primi anni di latitanza non aveva paura a farsi vedere in giro, tanto si sentiva sicuro. Dopo l'estradizione di Milosević all'Aja però Ratko Mladić sparisce, circondato da un gruppo di fedelissimi e aiutato da molti. In continuo movimento tra caserme dell'esercito e case di amici. Sino all'epilogo di ieri
All'Eurosong 2011, il festival canoro più noto al mondo, loro non ci saranno. Ma il loro brano intitolato appunto Euro Song è già un tormentone. Sono i Dubioza Kolektiv e con questa canzone hanno voluto parlare d'Europa. E ci sono riusciti
Il Tribunale internazionale dell'Aja ha condannato oggi a 24 anni di reclusione Ante Gotovina, il generale croato sotto processo per crimini perpetrati durante il conflitto in ex-Jugoslavia. 18 anni ad un altro generale croato, Mladen Markač